parto in acquaCi sono poche esperienze che ti “sospendono” dalla tua “Weltanshauung”, dal tuo sistema di riferimento esistenziale, rimettendoti in contatto profondo con il ciclo cosmico, gli altri animali, gli elementi di madre terra…. forse uno di questi momenti è quando stiamo per morire… ma sicuramente uno dei momenti più forti in questo senso è quando stiamo dando alla vita qualcuno… quando una donna partorisce.

Partorire in acqua è sempre stato un mio desiderio, io sono nata in casa e mia madre mi ha sempre trasmesso la bellezza e l’importanza di vivere questo momento in assoluta naturalezza. Cosa c’è di più naturale dell’acqua? Il bambino è immerso per nove mesi in acqua, elemento femminile, lunare, senza la quale ancestralmente non ci sarebbe vita sulla terra.

Il giorno previsto del parto io e mio marito andiamo al mare, piove ma quelle onde agitate sono  quello che ci vuole per una mamma panciona piena di doloretti e un po’ frustrata. Per scherzare (ma ci credo seriamente) parlo alla mia creatura nella pancia, le dico di ascoltare le onde , le dico che io sono pronta se lei è pronta… stasera ci sarà anche luna nuova, tutto è perfetto!

Torniamo a casa, un pomeriggio come gli altri a guardare un po’ di tv sul divano facendomi massaggiare i piedi dal mio gentile compagno.

La sera, eccole: le inconfondibili contrazioni, vanno e vengono , tanto dolore, corriamo!

In poche ore mi ritrovo nella stanza per partorire: ci sono una vasca, un letto e uno sgabello. Le ore prima le ho passate in una camera di ospedale, ore terribili in cui cado in una specie di trans: non sopporto nulla e nessuno, neanche le gesta premurose di mio marito. Mi dicono di stendermi, rilassarmi, io mi sento di pietra, urlo, sbraito e preferisco attaccarmi ad un palo in bagno, al buio, da sola… come le mie gatte che ho visto partorire dietro un mobile di camera mia, posticino al buio e nascosto; come la mia amata cavia Milù che diede alla luce i suoi piccoli dentro la casetta e non in qualunque punto della sua gabbia. E credo che le femmine umane un tempo facessero sempre così…. partorivano nel bosco, tra gli alberi, nelle grotte, “sole” ma accompagnate dal flusso di madre terra.

Mi fanno provare tutto, ogni posizione: distesa, sullo sgabello, accovacciata, io sono così in preda al dolore che non chiedo neanche di entrare in vasca. Chiedo anche dell’epidurale verso la quale mi sono sempre scagliata contro…ma il dolore è troppo forte…aiuto! Per fortuna ho scelto un’ ospedale che crede molto nel parto naturale e se non ci sono gravi motivi incitano la donna a partorire naturalmente…senza “aiuti invasivi”.

E’ l’ultima ostetrica di turno che mi suggerisce di entrare nella vasca, mi farà un po’ meno male e rilasserà la schiena, dice. L’ascolto con totale affidamento: la voce femminile che mi guida è l’unica che tollero, che posso ascoltare. Mio marito, povero amore, guarda passivamente, non gli lascio dire o fare molto ma la sua presenza silenziosa è fondamentale, è la nostra famiglia quella che sta nascendo in questa stanza!

In acqua è decisamente meglio, il calore lenisce e accarezza la pelle, da conforto….mi siedo a gambe aperte, mi tengo ad una maniglia; sono seduta ma in continuo dolce movimento … come la mia piccola li dentro me…ci stiamo avvicinando….stiamo vivendo il nostro momento, così “due in uno”, anzi “due in acqua”…la liquidità diventa il nostro canale comunicativo. Il tempo è lentissimo, quasi mi addormento tra una contrazione e l’altra, e le ultime ore, spingiamo veramente assieme: mentre prima l’ostetrica mi dice “spingi”, ora è il mio corpo che lo fa da solo, assieme alla mia bambina, anche lei sta spingendo, mi dicono, forza!Io la sento, la immagino…prego con lei…prego a lei…

Ascolto molti “forza”prima di arrivare al dunque, e nell’attesa snervante, l’acqua è comunque sempre li attorno a me, rincuorante, solidale a tutte e due. Mi sembra di non farcela ma in qualche modo l’idea che la bimba uscirà in un ambiente “di mezzo” tra il dentro e il fuori mi da forza, mi sembra di accoglierla con più dolcezza, come il mare accoglie i più grandi piccoli del mondo, le balene.

Dopo circa due ore in vasca, ci siamo: la piccola ha quasi la testa fuori, l’ostetrica mi dice che le vede i capelli che fluttuano come un polipetto, sono lunghi e scuri dice…non mi sembra vero, quasi ho paura a lasciarla  fuori, “il mondo è duro qui fuori mio amore”, ma devo! lei vuole uscire e noi vogliamo abbracciarla più che mai! Lei è nel canale, la testa è scesa da un po’, ondeggia dentro me…ho paura a toccarla, voglio solo aiutarla a uscire. Mi dicono “sbrigati altrimenti la affatichi”, oh mio dio devo farcela!durante  una delle ultime spinte mio marito vede la testa ma poi mi scoraggio e rientra dentro…mi dicono che se non mi muovo dovranno tirarmi fuori dall’acqua: e allora ce la metto tutta, oblio totale del momento esatto… so che il dolore e le urla esplodono nella loro potenza per sparire in un colpo!

Ecco! La piccola è arrivata, fluttua qualche istante, la tirano fuori dall’acqua, me la mettono sul petto: non sono più sospesa nel mare, interrompo il mio dialogo diretto con la grande madre, sono tornata alla mia “realtà” terrestre: nessun dolore, il mio fantastico marito che ride e piange con me, e lei: una testolina scivolosa che subito prova a guardarmi, ad ascoltarmi, nel dolce primo suono di una vita che viene alla luce soffusa e delicata di quella stanza…. della mia grotta…

Sono stata irrequieta, poi sollevata e felice come tutte le sorelle mammifere…

E’ tutta la vita che amo guardare i documentari in cui ci sono scene di parti… l’umano vive esattamente quello che vivono cavalle, orse, balene, gatte, cagne, ecc….e questo fatto mi commuove talmente tanto nel profondo, mi fa sentire così insieme alle creature del cosmo, da non temere nulla, nessuna ignoranza, cattiveria, insensibilità altrui verso il mondo della natura …. Perché dio sa, vede e ascolta…dio è donna, è madre…e ci ha messi al mondo tutti e tutte….Altro che logos, in principio c’è acqua, c’è una donna, c’è la vita che nasce.

E sono loro, i cuccioli di ogni specie che, nel venire al mondo ci ricordano la grande verità: le creature inter-sono e non vi è sentimento, visione o filosofia antropocentrica che regga di fronte alla fratellanza e alla sorellanza tra esseri viventi.