Giovanna è nata a Gorizia 43 anni fa, ha vissuto a Venezia durante gli studi universitari e, dopo la laurea in Economia, seguendo la carriera universitaria, ha vissuto tra Pisa, Trento, Perugia, con un passaggio di tre anni in U.S.A.
Oggi è professore associato di Economia alla Luiss e vive felicemente a Roma assieme ai suoi tre gatti.
Collabora con Asinus Novus, blog di filosofia e antispecismo (https://asinusnovus.wordpress.com/) e Animal Studies, rivista italiana di antispecismo (https://rivistaanimalstudies.wordpress.com/).
Nel novembre 2012 ha partecipato alla fondazione di Parte in Causa, Associazione Radicale Antispecista, della quale è segretaria (https://www.parteincausa.org/Pages/default.aspx ).
Giovanna, qual è il nesso tra i tuoi studi di economia e l’animalismo?
Direi che non c’è alcuna connessione. All’animalismo sono arrivata non grazie ai miei studi o al mio lavoro, ma riscoprendo l’amore per gli animali che avevo da bambina.
Da piccola, sognavo di fare la veterinaria e di andare a curare gli animali in Africa. Poi, crescendo, ho seguito altre strade, dimenticandomi di questa pulsione infantile.
Come sei arrivata dunque all’impegno animalista?
Sono diventata vegetariana solo tre anni fa, e non dall’oggi al domani. E’ stato frutto un po’ del caso, un po’ di una riflessione profonda. Credo di essermi riappropriata di quel che ero da bambina.
Qualche anno fa, avevo letto un libro sullo sterminio degli ebrei, ove si diceva che non c’è solo la Shoah, ma molti terribili genocidi. L’Autore citava, tra gli altri, anche la macellazione industriale degli animali. Al momento, il paragone mi indignò tantissimo, e mi arrabbiai per quella che consideravo un’offesa. Ma evidentemente quel pensiero cominciò a lavorare nel mio inconscio, perché qualche tempo dopo mi trovai a cliccare in Google “macellazione industriale”. Tra le altre cose, trovai la segnalazione del libro di Jonathan Sofran Foer “Se niente importa”. Lo acquistai e, dopo averlo letto, capii che dovevo far qualcosa per far cessare la carneficina degli animali.
Ritieni possibile che l’economia possa interessarsi alla problematica animale?
L’economia è una disciplina totalmente antropocentrica. L’economia classica non ha mai preso in considerazione il rapporto con la natura e gli animali, se non solo come materie prime da sfruttare.
Ma la c.d. Green Economy?
Si tratta di una nicchia, minuscola, che allo stato non ha un impatto significativo.
Giovanna, hai vissuto in molte città. Le tue più amate?
Senz’altro Venezia e Roma: Venezia, perché ci ho passato gli anni più belli; Roma, perché mi ha accolto a braccia aperte.
Qual è il tuo cibo preferito?
In questa stagione, adoro i carciofi e i funghi.
Cosa ti piace indossare?
In genere, amo il vintage, lo stile un po’ retro e i colori scuri.
L’amore?
Ho un compagno. Non è vegetariano, ma quando è con me mangiamo vegetariano. Ed io evito di chiedergli cosa mangia quando non ci vediamo… (sorride).
Progetti?
Vorrei andare come volontaria per qualche mese nei centri che si occupano della cura e riabilitazione dei primati. Poi avrei un sogno nel cassetto: andare tra i gorilla come la Fossey.
Sai, Giovanna, sono stata nella foresta di Bwindi, sui monti Virunga: una settimana tra i gorilla di montagna… Magari ci torniamo assieme?
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