Dopo aver seguito la storia di Claudio, il maiale che proprio in questi giorni verrà portato nella sua nuova casa (leggi Claudio: uno, nessuno, centomila) vi propongo con piacere un’altra storia suina a lieto fine.
Quella di Mario, anche lui messo in palio ad una gara, anche lui salvato da una triste fine.

Mario rappresenta anche qualcosa in più: dopo di lui infatti, le regole del gioco sono cambiate, niente più animali in palio.
Grazie all’impegno costante e determinato di tante persone, la Regata Storica di Venezia ora festeggia i vincitori con un maialino di vetro.

Ma leggete voi stessi…

 

Storia inviata da Cristina Romieri – Associazione Vegetariani Itaiani.

«C’era una volta un maialino: veniva dato abitualmente in premio ai quarti classificati nella gara tra i gondolini alla Regata Storica di Venezia, antichissima festa popolare.

Ma a noi che crediamo nel rispetto di (e fra) tutte le specie viventi, non piaceva in una manifestazione così bella la presenza di quel trofeo vivente in gabbia che, pur suscitando simpatia e tenerezza, impersonava già il suo scontato triste destino. E abbiamo cominciato a protestare, ma inutilmente: si invocava la tradizione, senza tener conto che tante tradizioni violente e incivili si sono per fortuna estinte e che è il caso di valorizzare (armonizzando il passato con la diversa realtà di oggi e con un’accresciuta sensibilità) solo quelle che non fanno del male a nessuno, nemmeno ad uno “sporco” maialino.

Nel 2001 abbiamo proposto direttamente ai regatanti di cedere a noi l’animale in cambio di qualche altro dono non violento, al fine di garantirgli una serena esistenza sottraendolo alla sua trasformazione in salumi e costicine.
Quarti sono arrivati due fratelli veneziani, i Busetto, a cui sono stati assegnati la classica “bandiera” e il maialino. La sera seguente, tornata a casa dal lavoro, sento in segreteria telefonica una chiamata: devo andare a prendermi immediatamente il maialino, che era lì negli uffici del Comune.

Un grande problema per via dei trasporti veneziani e per me che abito in un’isola, ho una casa piccola, senza giardino e con una decina di gatti; ma anche una grande felicità.  I fratelli regatanti ci hanno voluto affidare il loro “premio”: anche a loro, pur non essendo vegetariani, faceva pena vedere quel maialino ingabbiato.

Il giorno successivo, con la collaborazione di altri gruppi animalisti, siamo andati a prenderlo in consegna, accasandolo in una tenuta del Lido e successivamente nel tempo in altri due luoghi protetti: un’isola e una zona verde di Venezia nei pressi di una scuola materna, che ha dato modo di far conoscere a tanti bambini da vicino un maiale, vedendolo non come carne a mangiare ma come uno “strano” amico a cui dare parte del proprio cibo.
Tra mille difficoltà l’abbiamo nutrito, curato e “coccolato”.

Il maialino Mario ci ha sorpreso per la sua intelligenza e la sua capacità di riconoscere le persone, di comprendere parole semplici, di giocare, di dimostrare affetto e contentezza ma anche tristezza quando andavamo via. E’ stata un’esperienza meravigliosa e indimenticabile anche per noi tutti.

maiale acquaE’ arrivato poi il momento della sua definitiva sistemazione nella fattoria (vegetariana) di Nives Manara nei pressi di Verona, dove potrà vivere serenamente fino alla sua fine naturale.

Prima della partenza abbiamo fatto, sempre assieme alle altre associazioni, una bella festa vegetariana, intitolata “Il maialino di pace”, a cui sono intervenute tantissime persone e soprattutto tanti bambini contenti di conoscerlo e salutarlo.

L’anno seguente ci siamo mobilitati, forti di questa bella esperienza, affinché non si ripetesse più il maialino-premio: abbiamo raccolto in pochi giorni più di duemila firme, anche di persone del mondo della cultura, della voga e delle stesse tradizioni veneziane. C’è stata in città un’animata polemica. Conclusione un po’ ipocrita: l’assessore di allora ha deciso di non far sfilare in corteo il piccolo suino, ma di consegnarlo ai vincitori nei giorni successivi.
Abbiamo espresso la nostra protesta andando anche noi in Canal Grande nel giorno della Regata, con in barca una creativa statua realizzata con materiali riciclati raffigurante il maiale. Dalle numerose imbarcazioni che incrociavamo, generalmente ci gridavano: “Bravi, viva Mario”…
Vane però sono state le nostre richieste ai vincitori di riscattarlo con altro dono o denaro.

Ma l’anno dopo, nel 2003, il nuovo assessore ha accolto la nostra richiesta, sostenuta anche da un ordine del giorno fatto approvare in Consiglio Comunale: non si assegnava più il maialino vero bensì un maialino in vetro realizzato da un maestro di Murano.
Le radici possono far nascere germogli nuovi.

Ovviamente la decisione ha scatenato le proteste di quanti si appellavano alla cosiddetta tradizione: non hanno accettato la sconfitta ed hanno pensato di offrire loro direttamente il maialino in premio. Appena saputo di questa “abusiva” presenza alla Regata, ci siamo mobilitati (con inseguimento acqueo tra i canali) e, con la collaborazione della polizia municipale, siamo riusciti a far bloccare la barca con l’animale in gabbia e la successiva prevista consegna pubblica ai quarti classificati.

Ora è ormai consolidato che il premio del maialino è solo quello in vetro. Speriamo comunque che in breve diventi vigente anche nel nostro Comune, nell’affermazione di quel principio di corretta convivenza tra esseri umani e altri animali sancito anche dal suo Statuto, quel regolamento da noi proposto che, tra le altre disposizioni, vieta la consegna di animali quali premi.

Questa piccola vittoria della sensibilità e del rispetto anche nei confronti di un maialino vuole essere un simbolo di civiltà e di speranza, nella consapevolezza e determinazione di dover continuare a lottare la terribile realtà dei macelli e il quotidiano massacro che vi si svolge.

Nel cammino fatto di considerazione, di amore, di compartecipazione verso tutti gli esseri viventi, senza confini né di razza né di specie».