Venezia, teatro Goldoni, 6 giugno 2013. Conferenza stampa per la mostra “Hard Rock Couture – A music inspired fashion collection”, organizzato dall’Hard Rock Cafè di Venezia.
L’evento mi affascina assai: vengono esposti, tutti assieme, capi d’abbigliamento leggendari, che hanno vestito le icone del rock e del pop dagli anni ’50 in poi.
Ed in più, a presentare c’è Paola Maugeri, personaggio pubblico di riferimento nel mondo eco-veg.
Paola è brillante come sempre, e quando si unisce Maria Luisa Frisa dell’Università della Moda di Venezia, la conversazione diventa irresistibile: l’ intreccio tra storia della musica e del corpo, il sostanziarsi dell’essere nell’apparire, e l’apparenza che è essenza performante.
Visualizzo gli ondeggiamenti proibiti di Elvis fasciato di bianco, la sessualità aggressiva del reggiseno a cono di Madonna, le aggressioni in lattice e borchie dei movimenti punk, la tuta strizzata di Freddie Mercury (vegetariano, per inciso).
E poi, si parla di loro, i Beatles, della genialità di abiti e pettinature identiche, del loro aver cambiato per sempre il mondo con la musica, con i messaggi di pace e con lo stile.
Maria Luisa e Paola duettano, bravissime ed affascinanti, lampi di flash, domande di giornaliste/i.
In tutto questo, la mia attenzione si concentra sulla bacheca dedicata a John Lennon. Con venerazione, mi accosto a quel che indossò l’ icona di “Peace and Love” e, con Paul McCartney, anima veg dei Beatles. Con profonda emozione ho letto la presentazione del capo esposto. Ma, un sussulto: il “simbolo” di John Lennon è un giubbino in pelle di daino. La didascalia spiega che era l’indumento più amato da John.
Osservo, penso, non chiedo. I partecipanti sembrano tutti soddisfatti: ogni simbolo ha la sua perfetta collocazione, ogni anima ha il proprio vestito predestinato.
Non voglio rompere l’incantesimo, e continuo a sorridere.
E in realtà, felice infine lo sono anch’io: ho conosciuto la Maugeri, bella dentro e fuori, ho ascoltato digressioni fascinose, ho ammirato abiti che fanno la storia della musica.
Decido di volgere in positivo lo “schiaffo” di John, e tramutare la delusione in azione. E così gentilmente, ma inesorabilmente, spiego a Enrico Ladisa, pazientissimo e cortesissimo manager dell’Hard Rock Cafe, la meravigliosa necessità di inserire un menù vegano nelle proposte culinarie del locale “perché la filosofia rock è peace and love e rispetto per tutti”.
Infine, forse, anche il giubbino di John ha avuto un senso.