(by Orsola) “Chi bello vuole apparire, un po’ deve soffrire”, recita un detto popolare. Tanto più è valido per chi nella vita segue dei principi etici precisi, come l’ecologia e il cruelty-free.
Il salone So Critical So Fashion, tenutosi a Milano ai Magazzini Frigorifero lo scorso we, ha offerto molti spunti di riflessione in questo senso.
Tanti stand accattivanti, ma solo una decina offrivano prodotti davvero originali e consapevoli.
Tra questi, le meravigliose borse di carta e sughero riciclati e naturali, senza alcun elemento di pelle, di Trasformazione Este-etica: “Abbiamo lavorato per 3 anni affiancati dal Politecnico di Roma – spiegano Davide Mariani e Silvia Massacesi -, ci siamo intestarditi ad utilizzare questi due materiali. All’inizio il sughero si sgretolava, poi con infiniti tentativi, successi e fallimenti, siamo arrivati a questa collezione, ispirata ai modelli anni ’50-’60”. Silvia disegna i modelli, Davide li realizza. Ne è nata una collezione di bags resistenti e impermeabili, capi spalla di una “moda ragionata”, che promuove l’eco-sostenibilità come stile di vita, e non solo come trend da seguire. I prezzi partono dai 180 euro, ma ne vale la pena.Abbiamo poi scoperto che le borse di Silvia e Davide sono state selezionate da Vogue eco-talent, il concorso per nuove idee di eco-fashion che abbiamo pubblicizzato nel nostro VegFashion!
Al di là di abiti e accessori, però, il tarlo dei veg-addicted sono le scarpe, spesso una vera tragedia per i materiali e un autentico flop estetico. Il laboratorio Opificio V incoraggia l’occhio e la salute, proponendo sneakers unisex carine e linee maschili davvero belle. Su quelle femminili c’è ancora da lavorare, ma ce la faranno. “Sono vegetariana da 15 anni -spiega Paola Caracciolo– e il mio modo di vivere è contrario ad ogni sfruttamento animale, anche nel vestire. Trovare scarpe ecologiche e belle è sempre stato impossibile, così mi sono inventata una linea di calzature artigianali e cruelty free, niente cuoio, tantomeno pelle o pelliccia”. Prezzi medio alti, dai 160 euro per le sneakers ai 250 per le polacchine. Al posto della tradizionale scatola di scarpe, il packaging è un sacchetto di carta riciclata, davvero fashion.
Sfinito dalle passeggiate veg, l’avventore della fiera si avventava sul cibo, proposto in un unico punto ristoro. L’etichetta era bio, peccato che troneggiasse una sfilata di panini imbottiti d’ogni genere di insaccato… Per i veg, l’unica opzione consisteva in un piatto con hamburger di seitan e carote.
Fortunatamente, usciti dai Magazzini Frigorifero, passeggiando ai Navigli ci siamo imbattuti in un fast-food Universo Vegano, già noto ai nostri lettori. Così anche un veg può finalmente leccarsi i baffi davanti ad un simil junkie food, e soddisfare la voglia di hamburger (di tofu o verdure), affettato (di seitan), affogando soddisfatto le dita nella maionese. Ovviamente veg!
Era ora! Grazie Silvia, le tue borse sono davvero belle e soprattutto rispettose degli animali e dell’ambiente! Davvero intelligente, vai avanti così, il tuo impegno etico ti darà ragione. Grazie ancora….ti sosterrò sicuramente acquistando uno dei tuoi prodotti
Roberta