E’ in cantiere una nuova rivista: “Animot”, edita da Graphe.it edizioni. Il primo numero è previsto per giugno 2014. Nella pagina di presentazione, viene definita “rivista accademica antispecista”. Incuriosita ed affascinata, ho chiesto ad uno dei suoi fondatori, Leonardo Caffo, di parlarcene.

Leo, come e da chi è nata l’idea di questa rivista?

Cara Monica – l’idea di una nuova rivista di filosofia dell’animalità è nata a cena, con Valentina Sonzogni (che la dirige con me, e che è la mia più cara amica – direi una sorella), dopo che entrambi avevamo lasciato rispettivamente la direzione (oggi di Roberto Marchesini) e la redazione della rivista Animal Studies – edita da Novalogos (ottima e importante rivista sul tema). Il nome (“Animot”) della rivista viene dalla parola coniata da Jacques Derrida, a cui è dedicato il primo numero che curo con Maurizio Ferraris – contenete testimonianze e articoli di famosi derridiani internazionali – ed è venuto in mente a me quando, più o meno, abbiamo capito di cosa volevamo parlare. Non un’altra rivista di studi animali quanto, piuttosto, una rivista di filosofia e critical studies che, alla luce degli studi animali, trattasse dei temi più disparati (architettura, arte, psicologia, letteratura, ecc.). Questo è un progetto a cui tengo molto, che possiamo realizzare grazie alla generosità delle edizioni Graphe e di Roberto Russo, perché consente una sfida inedita alla teoria dell’animalità che promette di portare, al di là dei classici confini, gli argomenti dell’antispecismo e della sua rivoluzione culturale.

In che cosa vorrebbe differenziarsi dalle altre pubblicazioni già esistenti in materia?

In tutto. Ero nella redazione di Liberazioni, e ho fondato e diretto Animal Studies. Collaboro con il Journal of Animal Ethics, e con tante altre iniziative editoriali sul tema dell’animalità e dell’antispecismo. Questa non è una rivista di, o per, attivisti o intellettuali animalisti: è una rivista di filosofia (il sottotitolo è “l’altra filosofia) che mira altrove. Collaborando con grandi pensatori che mai hanno elaborato la questione animale costringe, attraverso il filtro degli studi animali, a ripensare settori importanti della filosofia e della cultura tutta. Come se dinnanzi all’opera “Novecento” di Maurizio Cattelan facessimo, non tanto bieca (ma importante) opposizione (animalismo) – ma concettualizzazione di ciò che osserviamo: perché l’animalità? In cosa costruiamo l’umanità per sua opposizione? Perché un cavallo tassidermizzato per rappresentare un secolo? Animot non è una nuova rivista di studi animali: è una nuova rivista di filosofia e cultura alla luce dell’animalità come “filosofia dei punti di vista”. Ogni numero ha artisti che collaborano (la prima sarà Tiziana Pers) a illustrare le pagine e poi poesie e racconti – oltre ai canonici saggi. Ogni forma d’espressione diventa importante quando l’umano osserva il reale attraverso l’animale (che lui stesso è).

 A chi è diretta?

A tutti, ma soprattutto a non animalisti. Sarà mandata nelle università e nei musei – perché vogliamo che chiunque si renda conto del potere culturale dell’animalismo – non solo delle sue conseguenze, seppur fondamentali, politiche o morali. Questo è un progetto nuovo che non entra in competizione con gli altri perché, semplicemente, va abbondantemente oltre l’intento nobile, ma superato, di discutere del perché, e percome, rispettare una vita animale (su cui le altre riviste, in modo più o meno originale, si concentrano). La questione filosofica non è quella del rispetto della vita animale, ma quella della vita che verrà, e delle nuove società possibili, alla luce di un ritrovato rapporto con l’animalità (nostra, e degli altri viventi su questa terra).

Caro Leo, non vedo l’ora di leggervi!

Per info, contatti ed abbonamenti: https://animot.it

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