Il tango, un ballo ma sovente non solo un tipo di danza.

Comuni e condivisibili sono i giudizi che vengono espressi, sia dai tangueri che non: segnatamente si riferisce che sia un ballo sensuale, che la musica melodica sia quasi sempre orecchiabile, che i vestiti succinti delle ballerine (che calzano scarpe con tacchi audaci) siano spesso appetitosi, mentre l’uomo veste (o dovrebbe vestire) con eleganza e portamento abiti scuri e scarpe luccicanti.

Perché si balla il tango?

Rispondere può essere semplice, oppure complicato, dipende sempre dal soggetto che pone la domanda: può essere la curiosità di qualcuno, amico o conoscente, a cui si è appena svelato la passione e che si potrà liquidare con un feed back banale o senza impegnarsi troppo; oppure un ballerino che, durante una milonga, non è riuscito (o non ha voluto) ballare la corrente “tanda” (insieme di tre o quattro motivi che si ballano fino alla “cortina”, pezzo musicale diverso dal tango che dichiara finita la tanda e l’inizio di un’altra) e si ritrova in piedi a guardare la pista, un attimo prima di rivolgersi al suo interlocutore il quale non sta ugualmente ballando e che dovrà impegnarsi nella risposta, onde evitare di sembrare cialtrone; un insegnante da cui si sta per attingere sapienza nell’ora di lezione privata e non è interessato solo a mostrare i passi, perché vuole prima conoscere il percorso dell’allievo ballerino… e molti altri ancora.

Tale domanda la voglio porre a me stesso, perché analizzare la scelta che mi vede presente in questo mondo dal 2008 (malgrado una lunga interruzione di tre anni), può essere interessante per comprendere il vero motivo che mi ha spinto a farlo. Personalmente ho iniziato a ballare e basta, senza nessuna ragione ma con un forte, irrazionale impulso.

Prima di rispondere mi sovviene l’immagine dei miei companeros di milonga: molti di loro ballano per i più diversi motivi, quali la socialità, il contatto, la musica, le vibrazioni, l’energia…. Ognuno con la propria storia, la propria voglia e la propria capacità di mettersi in discussione.

Quanti smettono nel giro di pochi mesi!! All’inizio del percorso, il tango è tremendo, frustrante, per gli uomini e per le donne.

I primi devono impegnarsi ad un duro lavoro di apprendimento e, quando sono alle prime armi, si sentono spesso inadeguati, incapaci di “solcare” la pista con una semplice (semplice ????) camminata e qualche passo che spesso non riescono a comunicare alla dama… e le donne, che possono rimanere sedute per ore in attesa di una “mirada” che non arriva.

Un vero e proprio microcosmo che proietta insicurezze, incomprensioni, ma che è anche armonia ed emozione una volta che si riesce finalmente a prender confidenza con il partner, la musicalità ed il contesto tanguero (certamente dopo molti mesi).

Parte la musica ed inizia la “tanda”, la “mirada” alla dama che si è già scrutata in precedenza, lo sguardo che si incrocia ed, in caso di adesione della ballerina con il “cabeceo”, l’incontro con la stessa e l’abbraccio, ovvero l’inizio del “rapporto” tra i due che durerà il tempo dei brani musicali, di solito dai 6/7 ai 9/10 minuti.

Personalmente ciò che mi incanta di più è la forma comunicativa: poter approcciarsi al cospetto di una persona proveniente da qualunque parte del mondo, di diversi usi e costumi, di diversa lingua o religione e cominciare un dialogo senza parole, dove il più delle volte ci si capisce e si riesce ad emozionarsi.

Ecco è la magia del tango.

Ma nel mio caso, non solo.

Ho accennato all’abbigliamento ed agli accessori utilizzati dai tangueri/e.

La mia passione per il tango non mi impedisce di rispettare la mia scelta vegana e l’amore per gli animali, che io proteggo e tutelo in ogni modo, non mangiando carne (e pesce) e non vestendo delle pelli dei miei piccoli/grandi amici.

Con mia grande gioia ho constatato che nel tango si sta diffondendo anche il mondo vegan.

Ci sono scarpe che vengono prodotte con tessuti diversi dalla pelle e che sono talmente comode che mi fanno “volare” in pista.

La cintura per non far cadere i larghi pantaloni anni 40 è ovviamente in microfibra, ma personalmente amo vestire anche le bretelle.

Alcuni raduni di tangueri (le cosiddette maratone, eventi che durano tutto il week end con ballerini svegli fino all’alba per ballare fino all’ultima tanda) hanno buffet vegetariani o vegani, a volte esclusivamente ovvero in alternativa ai soliti menu.

Insomma, amo il tango, ma soprattutto il TangoVeg.

E ovviamente il TangoFashion.

(Daniele Vianello)

Nella foto: scarpe veg Regina Tango Shoes