Riceviamo da un nostro affezionato lettore e volentieri pubblichiamo.
Oggi si celebra la giornata internazionale della donna, detta più comunemente “festa della donna”.
Molti (e peggio ancora…. molte) hanno dimenticato l’importanza solenne di questa giornata, riducendola ad una mera cena con le amiche, molto spesso con annesso (e mi si consenta: squallido) “striptease” maschile, che andrebbe bene in qualsiasi altro giorno dell’anno, non l’8 marzo !!
Si tratta di ricordare quanto le donne fossero vessate, sfruttate, denigrate e si tratta di ricordare le importanti conquiste sul piano sociale ed economico ottenute dal “gentil sesso” (adoro tale locuzione, che a mio avviso definisce le donne con molta galanteria), in un solo secolo – la grande tragedia avvenne, appunto, l’8.3.1908.
Amo ricordare gli eventi storici positivi: popoli, prima oppressi, divenuti liberi, l’abolizione della schiavitù ed in generale tutto ciò che di gioioso ci ha preceduto nei secoli passati.
Mi chiedo quanto dovremo aspettare per vedere i nostri amici animali liberi, mai più vessati, torturati, uccisi solo per il pseudo piacere del palato o per vestire le loro pellicce.
Auspico che tutte le donne che festeggiano l’8 marzo in maniera consapevole volgano il loro pensiero anche agli animali, affinché non contribuiscano più al loro olocausto, quantomeno non vestendo più le loro pellicce, perché una donna è sempre bellissima, ma se veste morte non lo è più; con un piccolo, ulteriore sforzo (che poi ci si accorge essere una “liberazione” e non un sacrificio), arriveranno a non mangiarli più, per il loro benessere fisico (è scientificamente provato che mangiar carne faccia male) e, soprattutto, affinché tutti i nostri amichetti conquistino finalmente il diritto di vivere in pace.
E finché non arriverà quel giorno mi farò portavoce di quell’urlo di dolore e disperazione.
W l’8 marzo e tutte le donne. W gli animali. W la libertà. (Daniele Vianello)