
Per un vestire gentile – Venezia 14.12.2022
Il 14 dicembre dalle 10 alle 13, presso l’Auditorium di S. Marta a Venezia, Dorsoduro 2196, presenteremo il libro “Per un vestire gentile – Moda e liberazione animale” di Simona Segre-Reinach. L’incontro è inserito nell’ambito del corso di Storia della moda (Prof. Alessandra Vaccari) dello IUAV, ma è aperto al pubblico. E’possibile seguire l’evento in presenza oppure in streaming, con il link riportato nella locandina (MS Teams: yw1n9yf).
Avrò il piacere e l’onore di dialogare con l’Autrice, unitamente a Paolo Franzo, docente di tecniche e materiali per la moda presso lo IUAV di Venezia, e Manuela Macelloni , vice-presidente dell’International Society of Zooanthopology e Responsabile di redazione di Animal Studies. Ci sarà ampio spazio per domande e approfondimenti.
“Per un vestire gentile” è una piccola Bibbia della moda vegan. Pensato per gli studenti e gli studiosi di moda e design, a mio avviso è un manuale indispensabile per tutti: per chi già ha avviato un percorso cruelty-free per scegliere i propri acquisti in coerenza, per imprenditori in cerca di nuove metodologie produttive e nuovi significati, per chi ancora non si è posto il problema del collegamento tra quel che si indossa e lo sfruttamento degli animali umani e non umani, e in generale per chiunque sia interessato ad un consumo consapevole.
La riflessione di Simona Segre-Reinach nasce dalla constatazione che la moda ha sempre avuto un potere di sovversione e di cambiamento, ma lo stereotipo del frivolo ha avuto il sopravvento su altre interpretazioni più veritiere; il mondo della moda in realtà si è pressoché sempre disinteressato alle crudeltà inflitte agli animali – e, aggiungo io, anche i consumatori hanno sempre distolto lo sguardo.
Tuttavia, rileva l’Autrice come da una decina di anni il quadro sia cambiato. Ricostruendo con ampi riferimenti bibliografici e culturali la relazione tra animali e moda, a partire dal fondamentale pensiero del teorico della moda John Sorenson, apparso per la prima volta in Critical Studies on Fashion and Beauty del 2011, passando per le riflessioni ambientaliste e di sostenibilità, per approdare ai nuovi orizzonti offerti dalla critica all’antropocentrico e dalla teoria del c.d. postumano (Franz de Waall, Donna Haraway, Rosa Braidotti, Harari), l’Autrice evidenzia l’emergere di una nuova consapevolezza e sensibilità: “tutto è collegato. Gli allevamenti intensivi sono terribili per gli animali, per le persone che vi lavorano e per la terra (…) Obiettivo recente è dunque una riflessione critica del ruolo che gli animali hanno nella produzione di abiti e accessori”.
Alla riflessione antropologico-culturale, segue la disamina dei materiali tradizionali legati allo sfruttamento degli animali: oltre alle pellicce, per le quali si può dire che oggi ormai vi sia una consapevolezza e un rifiuto generalizzati, anche la produzione di pelle e cuoio, piume, colli di giaccone, lana e seta, comporta lo sfruttamento e l’uccisione, in condizioni orribili, di milioni di animali.
Simona Segre-Reinach offre un’ampia, accurata panoramica dei nuovi materiali utilizzati e utilizzabili per una moda bella, sostenibile e cruelty-free: i materiali c.d. di next generation “che non siano semplicemente dei sostituti di materiali precedenti e migliori, né allusioni più o meno astratte all’animalier, bensì preziosi alleati per la costruzione di un nuovo paradigma della qualità del vestire”, che porta anche a “una reinvenzione delle caratteristiche del lusso in chiave di etica e sostenibilità”, come auspicato da Naomi Bailey-Cooper e da Lynn Johnson. L’Autrice illustra le tipologie, le caratteristiche e i brand che utilizzano i nuovi materiali: miceli (Mylo), derivati dalle piante (Orange Fiver, AppleSkin, Vegea, Pinatex, MioMojo), dai funghi (Muskin), da cellule sintetiche prodotte in laboratorio (Modern Meadow), dagli scarti di lavorazione del tofu (Malai), nonché il vegetale cachemire (derivato dalla soia), il vegan cachemire Weganool (derivato dalla pianta Calotropis).
Simona Segre-Reinach conclude il suo lavoro con il capitolo “Its’ cool to be kind. I protagonisti di una moda vegetariana vegana, antispecista”, ove indica i soggetti che, a suo avviso, hanno contribuito all’emergere della consapevolezza animalista nel mondo della moda. Nell’ambito dei marchi e dei produttori, capostipite è – ovviamente – Stella McCartney, che per prima ha utilizzato nuovi materiali e ha portato la consapevolezza animalista nelle passerelle dell’alta moda; in Italia, Save the Duck per i piumini, Tiziano Guardini per l’alta moda e ID.EIGHT per le sneaker vegane. Per la diffusione della cultura vegana antispecista nell’ambito della moda, l’Autrice cita l’artista Naomi Bailey-Cooper, il designer e docente Joshua Katcher e…. VegFashion, in quanto già dal 2012 dà informazioni sulle novità della moda vegana, interviste a designer, indirizzi di negozi. Grazie Simona! Sono davvero emozionata e onorata per questo importante riconoscimento.
A completamento del libro, un interessante scritto di Stefano Marino, filosofo e docente all’Università di Bologna, che offre un’ampia panoramica del pensiero filosofico animalista e antispecista.
Ci vediamo il 14 dicembre!
Chi è l’Autrice
Simona Segre-Reinach, antropologa culturale, è docente di Fashion Studies nell’Università di Bologna, dirige la rivista scientifica ZoneModa Journal, è autrice di numerosi e importanti manuali di teoria della moda e della curatela di moda. Qui la nostra intervista.
Bibliografia principale di Simona Segre Reinach: La moda. Un’introduzione (Laterza 2010), Un mondo di mode (Laterza 2011), Exhibit! La moda esposta. Lo spazio della mostra e lo spazio della marca (Bruno Mondadori-Pearson 2017); monografie, Biki. Visioni francesi per una moda italiana (Rizzoli 2019); ricerche internazionali, Fashion in Multiple Chinas. Chinese styles in the Transglobal Landscape (Tauris-Bloomsbury 2018). Ha curato e co-curato le mostre: “80s-90s Facing Beauties. Italian Fashion and Japanese Fashion at a Glance” (Rimini, Museo della città 2013); “Jungle. L’immaginario animale nella moda” (Torino, Venaria Reale 2017); “Rodrigo Pais. Sguardi sulla moda (fotografie 1956-1966)” (Biblioteca Universitaria di Bologna 2022).